Dall’assemblea pubblica organizzata dal Partito Democratico di Porcia martedì 23 settembre a Palse è emersa con chiarezza la volontà della comunità di dare nuova vita all’edificio delle ex scuole, chiuse ormai a partire da quest’anno scolastico. Dai numerosi interventi e proposte è scaturita una visione condivisa: trasformare la struttura in uno spazio polifunzionale, capace di ospitare servizi educativi, sociali e culturali, con particolare attenzione all’inclusione, all’intergenerazionalità e al rafforzamento del senso di comunità.

Le idee emerse spaziano dall’attivazione di un polo per l’infanzia 0-6 anni e doposcuola, allo spostamento dell’UTLE, fino alla creazione di spazi per laboratori, cohousing, servizi per disabili e anziani, sale per le associazioni e persino un museo dell’arte contadina o archeologico. Si tratta di proposte concrete, frutto del confronto con i cittadini, che guardano alla crescita sociale e culturale della frazione di Palse, rispondendo a bisogni reali e rafforzando l’identità del territorio.

Per questo proviamo sorpresa e rammarico per le dichiarazioni dell’assessora Blarasin (FdI) durante il consiglio comunale di giovedì 25 settembre, secondo cui la Giunta avrebbe già concordato con l’Istituto Comprensivo l’utilizzo dell’ex scuola esclusivamente come archivio scolastico. Questa scelta  appare miope, figlia di una logica di emergenza e di “tappare i buchi”, senza un’analisi seria dei bisogni della comunità e delle potenzialità dell’edificio. È un’occasione mancata per dare una risposta di respiro sociale e innovativo alla frazione.

Chiediamo alla Giunta  di fermarsi a riflettere e di aprire un confronto con i cittadini e con le forze politiche e sociali del territorio, per definire un progetto che valorizzi l’ex scuola come hub comunitario, intergenerazionale e inclusivo. Serve una riflessione di lungo periodo, soprattutto in vista della realizzazione della nuova scuola primaria in via Bagolari, che inevitabilmente genererà ulteriori spazi vuoti da gestire. Per Palse e i suoi abitanti chiediamo  scelte concrete, non soluzioni tampone: il futuro dell’ex scuola deve essere pensato come bene comune e non come mero spazio da riempire. L’amministrazione si assuma la responsabilità e il dovere di coinvolgere di più le comunità per riavvicinare così  i cittadini alle istituzioni, che devono essere protagonisti, non subire decisioni che cadono dall’ alto”.

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